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LA VERITA' SULLA MORTE DI CALIGOLA

Testo giallo ambientato nell'antica Roma

AAAH!!!!

Ecco, sì ti ho ucciso, ma… non dirlo a nessuno!!! Ah, ah, ah, ah!!!!

La mattina dopo, si sentì un urlo in tutta la piazza emesso dal piccolo Lucio Domizio Enobarbo o meglio

Nerone che disse:- Aiuto!! Mamma, papà, Seneca… È morto lo zio, è morto lo zio Caligola!!!

Questa è la storia che mi raccontarono e cominciai ad investigare, perché ero un ispettore dell’Antica

Roma e volevo scoprire la verità.

Guardando il volto, anche se un po’ sfigurato da tagli di un coltello, evidentemente in marmo importato da

Carrara (insomma, molto costoso!), si capiva che era proprio Caligola; l’arma doveva essere fragile poiché

trovai scaglie di marmo tra le ferite.

Mi feci portare uno stilo e della polvere per tracciare il contorno della vittima, poi presi uno spesso panno

di lana e con quello raccolsi l’arma , mal nascosta sotto un mobile e, come pensavo, rotta.

In quel momento arrivò il mio assistente, stordito, Giorgesson e, soli, riflettemmo e analizzammo la vittima.

Alle ore IX AM venne l’ora degli interrogatori: il primo fu il piccolo Lucio.

Gli dissi:- Lucio, tu sei il mio minor sospettato!

Lui rispose:- Davvero!? Lei chi è?

- Sì, Io sono Omar, l’ispettore di polizia che segue il caso della morte di tuo zio. Quando l’hai visto l’ultima

   volta?

Lucio mi rispose:- Stamattina, appena sceso!

A quel punto, lo lasciai andare e venne il turno di Agrippina.

Mi dichiarò tutte le cose possibili per non essere accusata e così fecero il padre di Nerone e Seneca.

Quella più da sospettare mi sembrò Agrippina che aveva la mano fasciata, quindi la richiamai.

Arrivò e le chiesi:- Agrippina, si potrebbe togliere la fasciatura alla mano?

- Veramente- mi rispose- non potrei, ma… va bene!

Se la tolse, dunque vidi la ferita della stessa larghezza di quelle di Caligola, allora la mandai fuori e chiamai

Lucio per domandargli se la madre si fosse tagliata la sera prima a cena, ma rispose di no.

Tutte le accuse cadevano quindi sulla sorella della vittima, dunque la feci arrestare e la mandai in carcere..

a vita!!!                                                                                                                                                           (Omar Lavezzini)

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